Elimaide

Estensione approssimativa dell'Elimaide nel 51 a.C.

Elimaide o Elamaide (Ἐλυμαΐς, Elymais, forma ellenica del nome più antico, Elam) fu uno stato autonomo dal II secolo a.C. agli inizi del III secolo d.C., spesso vassallo sotto il controllo dell'Impero partico, e situato alla testa del Golfo Persico nell'attuale regione del Khuzestan, Iran (Susiana).[1] Gli Elimaidi erano abili arcieri e nativi di Susa, che si trovava a est del territorio di Elimaide. La maggior parte degli abitanti del regno erano probabilmente discendenti degli antichi Elamiti,[1] che un tempo avevano il controllo di quella zona in passato. Le province di Elimaide erano Massabatica (poi Masabadhan), Corbiana e Gabiene.

Nulla si sa della loro lingua, anche se l'elamico era ancora usato dall'Impero achemenide 250 anni prima dell'esistenza del regno di Elimaide.[2] Un certo numero di iscrizioni aramaiche sono state trovate a Elimaide.[3] Il regno di Elimaide sopravvisse fino alla sua estinzione da un'invasione sasanide all'inizio del III secolo.

La «ricchezza in argento e oro» della regione è riferita nell'opera deutero-canonica 1 Maccabei, che si riferisce a Elimaide come una «città» di interesse per Antioco IV Epifane: la narrazione vi afferma che «vi era un tempio ricchissimo, dove si trovavano armature d'oro, corazze e armi, lasciate là da Alessandro figlio di Filippo, il re macedone, che aveva regnato per primo sui Greci. Allora [Antioco] vi si recò e cercava di impadronirsi della città e di depredarla, ma non vi riuscì, perché il suo piano fu risaputo dagli abitanti della città».[4] Lo storico ebreo Uriel Rappaport nota che l'autore di 1 Maccabei era «in errore» – «Elimaide non era una città ma un paese» – e che «nessuna storia sui tesori che [Alessandro] lasciò a Elimaide è menzionata altrove».[5]

  1. ^ a b John F Hansman, ELYMAIS, in Encyclopædia Iranica. URL consultato il 24 dicembre 2012.
  2. ^ G. Cameron Persepolis Treasury Tablets (1948), e R. Hallock, Persepolis Fortification Tablets (1969). Vedi anche Archivi di Persepoli.
  3. ^ Gzella, H. (2008) «Aramaic in the Parthian Period: The Arsacid Inscriptions». In Gzella, H. & Folmer, M.L. (a cura di) Aramaic in its Historical and Linguistic Setting. Wiesbaden. P. 107-130
  4. ^ 1 Maccabei 6,1-3
  5. ^ Rappaport, U., 47. 1 Maccabei in Barton, J. e Muddiman, J. (2001), The Oxford Bible Commentary Archiviato il 22 novembre 2017 in Internet Archive., p. 719

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